Loose Balls

I migliori “terzi e quarti uomini” nella pallacanestro (parte 1)

Nella storia della pallacanestro le grandi squadre hanno avuto spesso coppie o terzetti di stelle di eguale o simile caratura. Si pensi a Michael Jordan e Scottie Pippen, a Shaquille O’Neal e Kobe Bryant, o Larry Bird, Robert Parish e Kevin McHale, o John Stockton e Karl malone. Spesso però ci sono stati anche grandi giocatori che si sono collocati, magari in una particolare fase della propria carriera, subito dopo le grandi coppie o i vari Big Three. A volte titolari, a volte uscenti dalla panchina, eccone alcuni.

Jeff Hornacek (guard)

Hornacek, giocatore di un’intelligenza cestistica sopraffina, ha speso una carriera tra Sixers, Suns e Jazz. A Salt lake City era il terzo uomo dietro a John Stockton e Karl Malone. Sempre presente, con incredibile costanza, ha fornito un continuo supporto ad una delle coppie di giocatori più forti di sempre. Difficilmente gli Utah Jazz avrebbero potuto dominare gli anni ’90 senza l’apporto del’ex giocatore da Iowa State University.

Dennis Rodman (forward)

Rodman, uno dei più grandi difensori di sempre, è stato la terza stella dei Chicago Bulls del triennio 1996-1998, ma prima, quand’era ai Detroit Pistons (1986-1993), è stato un “quarto uomo” extra lusso dietro a Isiah Thomas, Bill Laimbeer e Joe Dumars. Rimbalzi, difesa da manuale e una quantità di energia fuori dal comune. Senza The Worm a cancellare dal campo i migliori attccanti avversari difficilmente i Pistons avrebbero ottenuto un back-to-back nel 1989-1990. In seguito, terza stella, insieme a Jordan e Pippen, nel secondo Thre-peat dei Chicago Bulls.

Mario Elie (guard)

Elie, guardia giramondo da Brooklyn, dopo le esperienze in CBA, Portogallo e Irlanda, è diventato una delle più affidabili guardie in uscita dalla panchina. Grande protagonista nei due titoli degli Houston Rockets, dove era la spalla ideale per Hakeem Olajuwon, Clyde Drexler e Kenny Smith. Dopo la partenza del bizzoso Vernon Maxwell il suo ruolo ebbe ancora più rilevanza. Nel 1999 terzo titolo, da guardia titolare, negli Spurs di Duncan e Robinson.

Stacey Augmon (forward)

Augmon, soprannominato The Plastic Man, ha avuto una lunga (1991-2006) e solida carriera NBA, ma è nella NCAA, a University of Nevada Las Vegas (UNLV) che Augmon è stato un terzo uomo perfetto. Allenato da Jerry Tarkaninan, era la spalla ideale per i leader dei Running Rebels Greg Anthony a Larry Johnson. Nella NBA ebbe 5 stagioni molto buone ad Atlanta, poi il suo rendimento subì un calo importante, tanto da relegarlo al ruolo di gregario ai Blazers, Hornets e Magic.

Stacey Augmon a UNLV (source tumblr)

Ron Harper (guard)

Dopo essere stato per anni l’alternativa volante a Michael Jordan, la carriera di Harper subì una battuta d’arresto a causa di diversi problemi fisici. Dopo aver giocato a Cleveland e Los Angeles, sponda Clippers, a Chicago, sotto la guida di coach Phil Jackson, Harper è diventato un difensore asfissiante, la miglior spalla possibile per MJ bel backcourt dei Bulls. Dopo il trio Jordan-Pippen-Rodman – in parte insieme a Toni Kukoc – è stata uno delle chiavi dei successi del secondo Three-peat di Chicago. Lasciati i Bulls, è riuscito a vincere altri due titoli come veteranissimo nei Lakers di Bryant e O’Neal.

Maceo Baston (forward)

Baston non ha avuto una carriera NBA particolarmente esaltante tra Toronto Raptors, Indiana Pacers e Detroit Pistons, ma in Europa – soprattutto al Maccabi Tel Aviv – per qualche anno è stato un vero e proprio fattore. Giocatore non particolarmente tecnico ma atleta di livello incredibile, le sue giocate di pick and roll con Sarunas Jasikevicius fanno parte dell’immaginario dell’Eurolega del decennio scorso. Dopo i Big Three Anthony Parker, Nikola Vujčić e Jasikevicius, l’atletismo e la fisicità di Baston sono stati una delle chiavi principali delle 2 Euroleghe conquistate dal Maccabi nel 2004 e 2005.

Baston in maglia Joventut Badalona (Francesc Adelantado photo, Marca)

Anthony Mason (forward)

Mason, giocatore duro e muscolare, è stato per 5 stagioni (1991-1996) il quarto moschettiere dei New York Knicks insieme a Patrick Ewing, Charles Oakley e John Starks. Quando Pat Riley era il coach di NewYork, ed erano in campo insieme, Ewing, Oakley e Mason formavano una della front-line più fisiche di sempre. In seguito, sotto Don Nelson, Mason divenne una sorta di point-forward, data la sua grande capacità di palleggio e la sua eccelsa visione di gioco. scambiato con Larry Johnson, si trasferì agli Hornets dove divenne invece una delle stelle della squadra. Prima di ritirarsi, una grande annata ai Miami Heat e un discreto biennio ai Bucks.

Robert Horry (forward)

Horry, soprannominato Big Shot Rob,  è stato un grande terzo e quarto uomo in tutte le squadre in cui ha giocato. Sin da rookie agli Houston Rockets, poi ai Lakers e agli Spurs, le sue triple e la sua difesa sono state fondamentali per vincere titoli NBA. Mai la stella della squadra, ma sempre al servizio delle stelle, senza di lui Duncan, Bryant, O’Neal e Olajuwon avrebbero qualche anello in meno. Ha concluso la carriera dopo 18 stagioni e 7 titoli NBA.

Bill Cartwright (center)

Dopo 8 stagioni ai New York Knicks, Cartwright fu scambiato e giunse ai Chicago Bulls in cambio di Charles Oakley. La cosa non fece piacere a Michael Jordan, grande amico di Oakley, ma rese i Bulls una squadra più adatta a competere per il titolo. Cartwright è stato così il quarto uomo fondamentale, dopo il trio Jordan-Pippen-Grant, nel primo Three-peat dei Bulls (1991, 1992,1993). Concluse la carriera nel 1995 ai Seattle SuperSonics.

Zoran Sretenovic (guard)

Sretenović, playmaker serbo con una lunga militanza nei campionati d’Europa, è stato una costante nel Three-peat d’Eurolega della Jugoplastika (1989, 1990, 1991). Dopo Toni Kukoc, Dino Radja e Duško Ivanović – e Zoran Savic nell’ultimo titolo -, è stato il giocatore di supporto sempre presente nelle tre edizioni delle final four vinte dalla squadra di Spalato. Nella finale del ’91 rimase in campo per tutti i 40 minuti.

Sretenovic in maglia Olympique d’Antibes (source Starstory)

(top image: source ESPN, photo by Otto Greule Jr./Getty Images)

BOLO

Standard
sport

I migliori atleti con il numero 31

sport

I migliori atleti cha hanno indossato la maglia numero 31? Ecco i miei favoriti.

Reggie Miller (guard)

Reggie Miller ha giocato 18 stagioni nella NBA, tutte con la maglia degli Indiana Pacers, e dal suo ritiro, lo stendardo con il numero 31 è appeso al soffitto della Conseco Fieldhouse di Indianapolis. Dopo il college a UCLA (numero 31 ritirato anche al college), fu scelto dalla squadra dell’Indiana nel draft del 1987. Nella stagione da rookie Miller giocò una solo partita in quintetto, ma dalla stagione successiva il suo apporto alla squadra aumentò in maniera importante. Il secondo anno partì titolare in 70 partite e segnò oltre 1000 punti (16 punti di media). La terza stagione, 1988/89, Miller, ormai titolare fisso, esplose letteralmente segnando oltre 24 punti a partita e imponendosi come uno dei migliori attaccanti della lega. Da allora ha segnato oltre 1000 punti a stagione per oltre 14 anni di fila, con unica eccezione la stagione 1998/99 del lockout, in cui Miller era in media coi punti segnati ma si giocarono solo 50 partite. E’ considerato uno dei migliori tiratori nella storia del gioco. Maestro del trash talk, rimangono leggendari, a parole e sul campo, i suoi duelli con New York Knicks – e Spike Lee – e Michael Jordan. Dimenticavamo, è il fratello di Cheryl Miller, una delle migliori giocatrici di pallacanestro di sempre, per cui in casa era decisamente il numero 2.

NBA All-Star (1990, 1995–1996, 1998, 2000)
All-NBA Third Team (1995–1996, 1998)
J. Walter Kennedy Citizenship Award (2004)
All-Pac-10 First Team (1986/87)
Pac-12 Hall of Honor
25,279 career points
2,560 career three-pointers (2nd all-time)
2-time NBA single season leader in three-pointers (’92/93 e ’96/97)

Reggie Miller rookie (Peter Travers photo)

Mike Piazza (hitter)

Mike Piazza, scelto dai Los Angeles Dodgers nel draft 1988, è uno dei migliori atleti della NHL ad aver indossato la maglia numero 31. Non un talento naturale, nel tempo si è imposto come uno dei migliori battitori (hitter) della lega. Da molti è considerato uno dei migliori hitting catcher nella storia della Major League Baseball. Piazza è all-time leader in home runs nella posizione di catcher con 415, e detiene una percentuale in battuta di .309. Dal 1998 al 2005 ai New York Mets, è stato a lungo il miglior gi0catore delle squadra, anche se statisticamente la sua miglior annata è stata la stagione 1997 con i Dodgers. Piazza ha anche cittadinanza italiana e nel 2006 ha giocato tre gare con la Nazionale.

12 MLB All-Star Game
10 Silver Slugger Award
1 NL Rookie of the Year
1 MLB All-Star Game MVP

Mike Piazza, Upper Deck card

Jim Taylor (fullback)

Per quanto riguarda la NFL, ci sono stati almeno tre “grandi” numeri 31, Roy Williams, Priest Holmes, e Jim Taylor. Io ho scelto quest’ultimo. Taylor ha giocato come fullback nel peridodo d’oro dei Green Bay Packers, da molti considerata la più grande squadra di sempre. Coi Packers ha vinto la NFL nel 1961, 1962 e 1965, e il Super Bowl I. In dieci anni di carriera, uno ai New Orleans Saints, Taylor ha messo insieme statitische importanti: 8,597 rushing yards, 83 touchdown, 1,000-yard rushing per cinque stagioni consecutive (1960/64).

First Team selection – All-SEC 1957 Associated Press, UPI
First Team selection – All-American 1957 Football Writers Association of America
MVP Senior Bowl (1958)
5 Pro Bowl (1960/61/62/63/64)
6 All-Pro selection (1960/61/62/63/64/66)
NFL champion (1961/62/65/66)
1 Super Bowl champion (I)
AP NFL MVP (
1962)
NFL 1960s All-Decade Team
Packers Hall of Fame

Jim Taylor, vintage card

pagina successiva>>>

Standard