Cinematic

Le Clan des Siciliens (Henry Verneuil, 1969 poster Germania)

(1969 Les Productions Fox Europa/Les Films du Siècle/20th Century Fox, crediti di produzione e distribuzione)

Il clan dei siciliani (Le Clan des Siciliens, Henri Verneuil, 1969)

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Cinematic

Le Clan des Siciliens (Henri Verneuil, 1969 poster Francia)

(1969 Les Productions Fox Europa/Les Films du Siècle/20th Century Fox, crediti di produzione e distribuzione)

Il clan dei siciliani (Le Clan des Siciliens, Henri Verneuil, 1969)

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cultura, Desert Island Movies

Ascensore per il patibolo, di Miles Davis

Desert Island Movies

Ascensore per il patibolo (Ascenseur pour l’échafaud, 1958) fu l’ottimo lungometraggio d’esordio di Louis Malle, divenuto celebre per la camminata notturna di Jeanne Moreau nelle strade di Parigi, accompagnata dai mirabolanti assoli di tromba di Miles Davis. Le musiche dell’artista americano sono il frutto di una sola notte di registrazione, il 4 dicembre 1957, durante la quale Davis, accompagnato da Barney Wilen al sax tenore, René Urtreger al  piano, Pierre Michelot al contrabbasso e Kenny Clarke alla batteria, ha improvvisato durante la visione delle scene appena filmate. Fu la sua prima colonna sonora, e siccome il film era un noir, polar alla francese, per creare la giusta atmosfera Davis decise di far suonare i musicisti in un vecchio e cupo edificio. Il risultato fu qualcosa di eccezionale.

(Fontana Records, 1957)

Davis si trovava a Parigi, e grazie a Juliette Greco conobbe il regista Louis Malle, che era un suo grande fan. Racconta lo stesso Miles Davis: “Poi tornai a Parigi per suonare come solista ospite per qualche settimana. Fu durante questo viaggio che, grazie a Juliette Greco, incontrai il regista Louis Malle. Mi disse che aveva sempre apprezzato la mia musica e voleva che scrivessi la colonna sonora del suo nuovo film, Ascensore per il patibolo. Accettai, e fu un’esperienza che mi insegnò molto, perchè non avevo mai scritto musica da film. Guardavo i giornalieri, ne tiravo fuori idee musicali e scrivevo. Visto che si trattava di omicidio e doveva essere un film di suspense, usai un edificio vecchio, scuro e cupo per farci suonare i miei musicisti. Pensavo che avrebbe dato una giusta atmosfera alla musica, e così fu. A tutti quanti piacque quello che riuscii a fare con la musica per questo film(Miles: The Autobiography of Miles Davis with Quincy Troupe, Quincy Troupe, Co-author, Simon & Schuster, New York, 1989).

(Fontana Records, 1957)

Al di là di Ascenseur pour l’échafaud, opera unanimemente considerata un punto di riferimento per le interrelazioni tra jazz e film, il rapporto di Miles Davis con l’immagine audiovisiva è sempre stato complesso e variegato. Oltre ad alcuni progetti mai realizzati, passeranno trent’anni prima che l’autore collabori nuovamente con il mondo del cinema (nel 1970 il disco A tribute to Jack Johnson, Columbia Records, fu utilizzato come colonna sonora dell’omonimo documentario), e per sua stessa ed onesta ammissione, il riavvicinamento avvenne soprattutto per motivi commerciali. Nel 1987 compose la colonna sonora per il film Siesta (Mary Lambert), nel 1990 The Hot Spot (Dennis Hopper) e nel 1991 Dingo (Rolf DeHeer). Nonostante le alterne  qualità delle pellicole in questione, con Dingo decisamente più interessante della altre, Miles Davis si trova alle prese con sonorità insolitamente diverse come il blues, il flamenco, e l’orchestra, ed i risultati sono tutt’altro che disprezzabili. In The Hot Spot, Davis per la prima volta si esibisce in contesti di blues rurale e collabora con il leggendario John Lee Hooker. In Dingo, film sul jazz, oltre lavorare con Michel Legrand per le musiche, recita anche la parte di uno dei protagonisti.

Edizione italiana (Fontana Records, 1957)

Ascenseur pour l’échafaud (Fontana, 1957, 10”)

A1 Générique
A2 L’Assassinat De Carala
A3 Sur L’Autoroute
A4 Julien Dans L’Ascenseur
A5 Florence Sur Les Champs-Élyseés
B1 Dîner Au Motel
B2 Évasion De Julien
B3 Visite Du Vigile
B4 Au Bar Du Petit Bac
B5 Chez Le Photographe Du Motel

La prima edizione in vinile era un 10 pollici e conteneva solo i brani principali. Nel 1988 è uscito un LP che conteneva 16 brani, gli originali più diverse versioni alternative, mentre nel 2008 è uscita una edizione CD, edita per il mercato giapponese, contenente tutte le traccie registrate tra il 4 e il 5 dicembre 1957 (26 brani).

(top image: source Radio-Canada)

BOLO

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Desert Island Movies

Jules Dassin, cineasta ribelle

Desert Island Movies

«The tragedy of Hollywood is that for over a quarter of a century it was harried by these two illiterate, vindictive women»

Lo disse Jules Dassin su Hedda Hopper and Louella Parsons, che per oltre trent’anni anni hanno influenzato la mecca del cinema americano. Dassin era uno che non si nascondeva, non aveva peli sulla lingua, e per questo la sua vita e la sua carriera presero una certa piega. Dassin nacque a Middleton, Connecticut, il 18 dicembre 1911, da famiglia di origini russo-ebraiche, ed in seguito crebbe tra Harlem ed il Bronx, due tra i quartieri più difficili di New York. Cominciò giovanissimo a muovere i primi passi come attore nel teatro yiddish (molto diffuso e popolare nella New York del primo novecento), e fu membro del gruppo ARTEF (Arbeiter Teater Farband), una cooperativa di attori affiliati al partito comunista. Il giovane Jules però scoprì ben presto di avere maggior talento come creativo, come regista, e la carriera d’attore, che comunque porterà avanti in seguito, venne accantonata. La strada verso il successo fu all’inizio abbastanza difficoltosa, e nonostante le sue aspirazioni artistiche, per sopravvivere dovette adattarsi scrivendo adattamenti di opere teatrali per la radio. Nel frattempo era giunta la Grande depressione del ’29. Decisamente “libertario” e progressista, seguì in diretta gli effetti della “Grande crisi” sugli strati più deboli della popolazione, e cominciò a criticare duramente il sistema economico politico statunitense.

1948, Dassin sul set di The Naked City

Nel 1930 si iscrisse al Partito Comunista Americano, che lasciò nel ’39 dopo il patto Hitler-Stalin. Arrivò ad Hollywood solo agli inizi degli anni ’40, e con grande intraprendenza provò subito ad entrare dalla porta principale. Uno dei suoi primi impegni, certamente quello più e importantes e significativo, fu la collaborazione con Alfred Hitchcock, in qualità di aiuto regista, sul set di Mr. And Mrs. Smith. La M.G.M. (Metro-Goldwin-Mayer) gli diede fiducia, e nel 1941 gli fece dirigere una pellicola di genere horror tratta dal racconto Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe. Seguì una serie di pellicole cha spaziavano fra diversi generi – e diverse case di produzioni minori – tra cui spiccano Nazi Agent (1942), La grande fiamma (1942), Lo spettro di Canterville (1944) e Una lettera per Eva (1945).

Nazi Agent (1942)

Nel 1947 la svolta: Dassin gira Forza Bruta (Brute Force) film che non amò particolarmente (non ne condivideva la “eroicizzazione” dei detenuti sullo schermo), che però lo impose favorevolmente a pubblico e critica. Film dal ritmo serrato, ambientato interamente in una prigione di massima sicurezza, fu considerato uno dei film più violenti dell’epoca. Protagonsiti la star Burt Lancaster, Yvonne De Carlo, Charles Bickford e Hume Cronyn, ben supportati da un buonl gruppo di caratteristi.

Una volta affermatosi come regista riuscì a lavorare su soggetti a lui graditi, regalandoci alcuni film fondamentali nella storia del cinema e contribuendo in maniera determinante alla rinascita del genere noir nell’ultimo dopoguerra. La città nuda (The Naked City, 1948), I corsari della strada (Thieves’ Highway, 1949) e I trafficanti della notte (Night and the City, 1950) formano una trilogia che ha pochi eguali nella storia del genere.

Richard Widmark in Night and the City (1950 20th Century Fox, crediti di produzione e distribuzione)

Nel momento in cui la carriera di Dassin sembrava avviata all’apice, emersero i problemi legati al suo orientamento politico. Proprio prima di girare I trafficanti della notte, prodotto da Darryl F. Zanuck, fu accusato di affiliazione passata con il partito comunista. Zanuck consigliò a Dassin di girare prima le scene più dispendiose, gli esterni, per poi finire le parti in studio, in modo da ultimare le riprese prima possibile  – il produttore era preoccupato di eventuali sequestri della pellicola. Dassin era stato segnalato al Comitato per le attività antiamericane (HUAC) durante alcune testimonianza; in particolare fu il collega Edward Dmytryk a rivelare la sua passata affiliazione al partito. Ciò fu sufficiente per terminare la sua carriera a Hollywood. In seguito lo stesso Dassin fu chiamato a testimoniare, ma dato il rifiuto, venne iscritto nella famigerata lista nera.

Dassin in Rififi (1954 Pathé Consortium Cinéma/Indusfilms/Société Nouvelle Pathé Cinéma/Primafilm, crediti di produzione e distribuzione)

Lasciò gli Stati Uniti per la Francia nel 1953, ma i primi tempi all’estero furono molto difficili: si stabilì a Parigi, ma non parlava fluentemente la lingua e le sue conoscenze e amicizie erano limitate. Tuttavia Dassin, la cui fama di cineasta l’aveva preceduto, riuscì a trovare finanziatori per produrre quello che sarà uno dei più bei polar (noir francesi) di sempre, Rififi. Famoso per la lunga magnifica sequenza della rapina, totalmente priva di dialoghi, gli valse il premio per la miglior regia al Festival di Cannes del 1955. In Rififi recita anche lo stesso Dassin, sotto lo pseudonimo italiano di Perlo Vita. In quel periodo incontrò l’attrice greca Melina Mercouri, che poco tempo dopo divernne sua moglie.

Da uno dei peggiori libri gialli  che abbia mai letto – “Du rififi chez les hommes” di Auguste le Breton, Jules Dassin ha fatto il noir più bello che abbia mai visto.
François Truffaut

Rififi, la rapina in corso (1954 Pathé Consortium Cinéma/Indusfilms/Société Nouvelle Pathé Cinéma/Primafilm, crediti di produzione e distribuzione)

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