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L’esordio dei Blues Brothers

Round Midnight«We had a band powerful enough to turn goat piss into gasoline»

I Blues Brothers (The Blues Brothers’ Show Band and Revue) – band che non dovrebbe aver bisogno di un’ampia presentazione – sono un gruppo musicale blues, rhythm and blues, soul e country – creato nel 1978 dai comici Dan Aykroyd e John Belushi come parte di uno sketch musicale per lo show televisivo Saturday Night Live. Belushi e Aykroyd, rispettivamente nei personaggi di “Joliet Jake” Blues (voce) e Elwood Blues (seconda voce e armonica) erano i frontmen di una band colma di musicisti noti e rispettati. La prima apparizione dei Blues Brothers avvenne – sotto forma di breve sketch – durante il Saturday Night Live il 17 gennaio 1976 e fu ripetuta due anni dopo, il 22 Aprile, 1978, come vero e proprio numero musicale, mentre la loro ultima apparizione allo show fu il 18 novembre dello stesso anno. Successivamente la band andò oltre il piccolo schermo pubblicando il l primo album, Briefcase Full of Blues (1978), e poi relizzando il film The Blues Brothers (1980) diretto da John Landis

Jack & Elwood (via tumblr)

Gli esordi dei Blues Brothers
Belushi e Aykroyd si erano conosciuti a Toronto nel 1973, nel locale di proprietà di Aykroyd, canadese di nascita. Belushi aveva 24 anni, Aykroyd 20, ed erano entrati in contatto grazie ad un collettivo di comici che si esibiva tra Toronto e Chicago, la città natia di Belushi, grande appassionato di rock e heavy metal. Aykroyd invece era innamorato del blues, e rimase incredulo nell’incontrare uno di Chicago – città storica del blues – che non condividesse la sua passione. La loro amicizia diventò così una specie di iniziazione creando un unione tra due caratteri completamente opposti. Aykroyd era meticoloso, cerebrale, maniacale, riflessivo, mentre Belushi era super estroverso, un Peter Pan disordinato, istintivo, tutto genio e sregolatezza. Nel 1975 sia Belushi che Aykroyd entrarono nel cast di Saturday Night Live, una delle più famose trasmissioni comiche in onda sul network NBC e in breve tempo Belushi ne diventò il maggiore protagonista. Alcuni suoi sketch, come l’imitazione di Joe Cocker, il Padrino e il samurai, sono diventati letteralmente leggendari. Un bel giorno il duo, sempre più affiatato, provò un numero musicale che sarebbe diventato la pre-genesi dei Blue Brothers. Aykroyd suonava l’armonica, mentre Belushi, che un tempo aveva suonato la batteria, iniziò a cantare. L’idea dei Blues Brothers fu di Aykroyd in collaborazione con l’amico e musicista – direttore musicale del SNL – Howard Shore, che in seguito diverrà un prolifico compositore di colonne sonore e musiche da film. Il duo, con Belushi come frontman e showman, cominciarono a suonare dal vivo in diversi locali della est coast, e la prima “vera” esibizione con l’outfit nero avvenne al Lone Star Café di New York, come back up band di Room Full of Blues e Willie Nelson. Il duo non aveva ne colleghi fissi ne un posto dove provare, così iniziarono a esercitarsi negli studio del SNL. Gli autori dello show, d’accordo con Shore, li fecero provare prima fuori onda con il pubblico in studio, ed  infine concessero loro un breve spazio live. Belushi e Aykroyd erano però riluttanti, e soprattutto non volevano “bruciare” la loro performance di scena senza essersi ulteriormente perfezionati.

Howard Shore and his All-Bee Band (source A Magpie’s Nest)

Nell’esibizione del 17 Gennaio 1976 cantarono I’m a King Bee e furono presentati come Howard Shore and his All-Bee Band. Non indossarono abiti scuri, cravatte skinny, Ray-Ban e cappelli, ma costumi da api. Aykroyd suonò l’armonica mentre Belushi intonava un classico blues nello stile del futuro stile Elwood e “Joliet” Jake Blues. Il look che tutti conosciamo e gran parte del repertorio muscicale sarebbero giunti in seguito, sembra (ci sono un pò di discrepanze sui fatti, qui una versione, qui un’altra) dopo il viaggio di John Belushi a Eugene, Oregon, per le riprese di Animal House (1978, John landis). Fu lì, presso il Eugene Hotel, che Belushi conobbe un bluesman 25enne di nome Curtis Salgado, armonicista per Robert Cray, e figura importante nella scena musicale blues del Pacifico nord-occidentale. Belushi divenne un assiduo frequentatore di Salgado che, forse più ancora di Aykroyd, gli trasmise la sua grande passione per il blues e il R&B. L’album d’esordio della band – Briefcase Full of Blues – fu dedicato al bluesman (sulla copertina dell’album c’è scritto in piccolo Dedicated to Curtis Salgado), come il personaggio interpretato da Cab Calloway nel film si chiama Curtis.

Howard Shore and his All-Bee Band (source A Magpie’s Nest)

Dopo lo sketch King Bee, Belushi ed Aykroyd avevano capito di avere per le mani il look e la musica giusta per la futura band. Mancava però l’elemento fondamentale, una band. Così, con l’aiuto di  Paul Shaffer, decisero di metterne insieme una e presentarsi al Saturday Night Live con un numero musicale vero e proprio. Tom ‘Bones’ Malone, suonatore di trombone nello show, abbracciò subito il progetto e suggerì di ingaggiare Steve “The Colonel” Cropper e Donald “Duck” Dunn, entrambi leggendari e ben noti musicisti blues all’epoca della Stax Records. Il sound dei Blues Brothers divenne così una fusione tra il Chicago Blues dal suono elettrico, e la melodia della Stax Records di Memphis, un sound R&B ispirato da musicisti del calibro di Otis Redding, David Porter e Isaac Hayes. Dunn e Cropper suggerirono anche al duo leader di usare Soul Man come brano principale. Matt “Guitar” Murphy venne reclutato come chitarrista, Murphy Dunne alle tastiere (al posto di Paul Shaffer), Willie “Too Big” Hall e Steve Jordan alla batteria e percussioni, Lou “Blue” Marini e Tom Scott al sassofono, Alan Rubin alla tromba e Birch Johnson al trombone. Il 22 aprile 1978 avvenne, sempre al SNL, l’esordio dei Blue Brothers come tutti noi li conosciamo, e anche se la performance non era stata un memorabile successo, la band era troppo di qualità per sciogliersi dopo un solo concerto. Paul Shaffer nella chiusura dello show disse “today they are no longer an authentic blues act, but have managed to become a viable commercial product”. Mai previsione fu più azzeccata, infatti la Blues Brothers Band negli anni a seguire ebbe tre brani nella Top 40, Soul Man, Rubber Biscuit e Gimme Some Lovin’, un album numero 1 nella classifica pop – Briefcase Full of Blues –  e l’immortalità nell’omonimo film del 1980.

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Beware of the Blob, di Burt Bacharach

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Blob – Fluido mortale (The Blob, 1958) è un film indipendente, horror fantascientifico, diretto da Irvin Yeaworth. Uno tra i b-movies più celebri di sempre, viene spesso ricordato per essere uno dei primi film dove recita Steve McQueen, il primo in assoluto da protagonista.

Beware of the Blob, la canzone della sigla iniziale fu composta da un giovane e  poco conosciuto Burt Bacharach con Hal David, in seguito suo principale collaboratore, mentre il testo era del fratello di David, Mack. Le musiche per il film furono composte da Ralph Carmichael, che era principalmente un arrangiatore e compositore di musica cristiana contemporanea, e collaborava con Nat King Cole alle musiche dei suoi album sul Natale. Il tema principale del film, intitolato Violence, iniziava con una serie di note spettrali e minacciose, ed era ritenuto perfetto da Yeaworth. Al contrario, la produzione preferì sostituirlo con la più orecchiabile e accattivante canzone di Bacharach. A posteriori la scelta fu quanto mai azzeccata, poichè Beware of the Blob e la presenza di McQueen sono stati per anni i principali motivi di fama per la pellicola. Il brano, registrato in studio dalla band The Five Blobs, divenne in breve tempo una hit nazionale. Nel 2008 la label Monstrous Movie Music ha realizzato la colonna sonora completa in CD. 

(top image, Paramount Pictures)

BOLO

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Le jene di Chicago, di Richard Fleischer

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«What’re you going to do? Shoot something for breakfast?»

Due poliziotti, Walter Brown (Charles McGraw) e Gus Forbes (Don Beddoe), sono incaricati di scortare in treno, da Chicago a Los Angeles, Frankie Neal (Marie Windsor), vedova di un gangster chiamata a testimoniare in tribunale per incastrare i complici del defunto marito. Prima ancora di iniziare il viaggio, l’agente Forbes viene ucciso, così Brown e la vedova Neal devono vedersela da soli.

Lobby card (1952 RKO Pictures, crediti di produzione e distribuzione)

Le Jene di Chicago (The Narrow Margin, 1952), diretto da Richard Fleischer, è considerato uno dei migliori b-movies mai realizzati, tanto che nel tempo ha perso lo status di pellicola “minore”, rientrando prepotentemente tra i polizieschi d’autore. E’ un noir ruvido, d’ambientazione gangsteristica, in cui la figura del poliziotto, soggetto a nevrosi e solitudine, è tipica della fase più matura del poliziesco americano anni ’40 e ’50. L’agente protagonista, ottimamente interpretato da Charles McGraw, vive l’angoscia di chi è rimasto intrappolato in un disegno ostile, come di solito accade a molti criminali protagonisti del genere noir. Nel film di Fleischer i ruoli si invertono, ed è il poliziotto ad essere braccato dai malviventi. Girato nel 1950 in soli tredici giorni con un budget molto modesto, rimase bloccato per due anni prima di uscire nelle sale. A tal proposito circolano differenti versioni sul motivo. Secondo alcuni storici del cinema Howard Hughes, allora a capo della RKO, rimase talmente colpito dal film, che pensò a più riprese di farlo girare nuovamente con un cast di maggior richiamo. In un’altra versione invece, l’estroso Hughes, incuriosito dalle buone recensioni dei produttori, si fece portare una copia del film nella sua sala di proiezione privata, poi si dimenticò di guardarlo per quasi due anni prima di dare la sua approvazione. Quando finalmente fu fatto debuttare nelle sale, ebbe un grande successo che rivitalizzò notevolmente le casse della RKO.

The Narrow Margin (1952 RKO Pictures, crediti di produzione e distribuzione)

Se si escludono una decina di minuti, The Narrow Margin è girato interamente su un treno, meticolosamente ricostruito e fotografato con una luce molto luminosa che amplifica, per contrasto, gli angusti corridoi e le cabine dove si svolge la vicenda. La regia di Fleischer provvede a sviluppare l’azione lungo tutto il treno, senza il bisogno di ricorrere a effetti speciali o scene madri; sfruttando gli spazi di pochi metri quadrati, permea l’intera pellicola di una dimensione claustrofobica realizzando almeno un paio di sequenze d’antologia. La scena della rissa tra Brown e Kemp (David Clarke) è di una fisicità impressionante per gli standard dell’epoca: una lotta silenziosa e brutale, con i due personaggi che sembrano volersi annientare senza provocare rumori udibili all’esterno dello scompartimento. Poi il finale, che non vogliamo svelare, nel quale Fleischer prende spunto da Alfred Hitchcock in La signora scompare (The Lady Vanishes, 1938).

Al posto di rimuovere o di aprire varchi nei muri dei set, secondo le usanze del tempo, Fleischer decise di utilizzare principalmente le cineprese a mano, in modo da entrare direttamente negli spazi da riprendere ed aumentare così il senso di “presenza” per lo spettatore. Tecnica divenuta in seguito di uso comune, al tempo delle riprese fu una vera e propria innovazione. Inoltre per risparmiere soldi in produzione, il set era ancorato al pavimento e il movimento del veicolo era reso dalle cineprese.

Charles McGraw (1952 RKO Pictures, crediti di produzione e distribuzione)

La grande abilità del regista risiede nel trasmettere allo spettatore l’oppressione degli spazi angusti e la continua incombenza della minaccia, logica conseguenza di una caccia all’uomo, anzi alla donna in questo caso, che tramuta i protagonisti, e gli insospettabili comprimari, in una sorta di prede in continua fuga lungo un ideale labirinto formato dai vagoni del treno. Sin dalle primissime sequenze, all’interno di un taxi, la macchina da presa si incolla ai personaggi per non allontanarsi più fino alla fine, riuscendo perfettamente a sottolineare le difficoltà di movimento, e la conseguente impossibilità di evasione.

Fleischer, sempre impeccabile dal punto di vista tecnico, coglie l’occasione per spezzare la crescente tensione inserendo alcuni momenti umoristici: l’uomo sovrappeso, il bambino curioso, l’incontro con la signora al ristorante. A parte qualche momento in cui suona un grammofono, il film è privo di colonna sonora.

Marie Windsor (1952 AP photo/RKO Pictures, crediti di produzione e distribuzione)

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Ascensore per il patibolo, di Miles Davis

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Ascensore per il patibolo (Ascenseur pour l’échafaud, 1958) fu l’ottimo lungometraggio d’esordio di Louis Malle, divenuto celebre per la camminata notturna di Jeanne Moreau nelle strade di Parigi, accompagnata dai mirabolanti assoli di tromba di Miles Davis. Le musiche dell’artista americano sono il frutto di una sola notte di registrazione, il 4 dicembre 1957, durante la quale Davis, accompagnato da Barney Wilen al sax tenore, René Urtreger al  piano, Pierre Michelot al contrabbasso e Kenny Clarke alla batteria, ha improvvisato durante la visione delle scene appena filmate. Fu la sua prima colonna sonora, e siccome il film era un noir, polar alla francese, per creare la giusta atmosfera Davis decise di far suonare i musicisti in un vecchio e cupo edificio. Il risultato fu qualcosa di eccezionale.

(Fontana Records, 1957)

Davis si trovava a Parigi, e grazie a Juliette Greco conobbe il regista Louis Malle, che era un suo grande fan. Racconta lo stesso Miles Davis: “Poi tornai a Parigi per suonare come solista ospite per qualche settimana. Fu durante questo viaggio che, grazie a Juliette Greco, incontrai il regista Louis Malle. Mi disse che aveva sempre apprezzato la mia musica e voleva che scrivessi la colonna sonora del suo nuovo film, Ascensore per il patibolo. Accettai, e fu un’esperienza che mi insegnò molto, perchè non avevo mai scritto musica da film. Guardavo i giornalieri, ne tiravo fuori idee musicali e scrivevo. Visto che si trattava di omicidio e doveva essere un film di suspense, usai un edificio vecchio, scuro e cupo per farci suonare i miei musicisti. Pensavo che avrebbe dato una giusta atmosfera alla musica, e così fu. A tutti quanti piacque quello che riuscii a fare con la musica per questo film(Miles: The Autobiography of Miles Davis with Quincy Troupe, Quincy Troupe, Co-author, Simon & Schuster, New York, 1989).

(Fontana Records, 1957)

Al di là di Ascenseur pour l’échafaud, opera unanimemente considerata un punto di riferimento per le interrelazioni tra jazz e film, il rapporto di Miles Davis con l’immagine audiovisiva è sempre stato complesso e variegato. Oltre ad alcuni progetti mai realizzati, passeranno trent’anni prima che l’autore collabori nuovamente con il mondo del cinema (nel 1970 il disco A tribute to Jack Johnson, Columbia Records, fu utilizzato come colonna sonora dell’omonimo documentario), e per sua stessa ed onesta ammissione, il riavvicinamento avvenne soprattutto per motivi commerciali. Nel 1987 compose la colonna sonora per il film Siesta (Mary Lambert), nel 1990 The Hot Spot (Dennis Hopper) e nel 1991 Dingo (Rolf DeHeer). Nonostante le alterne  qualità delle pellicole in questione, con Dingo decisamente più interessante della altre, Miles Davis si trova alle prese con sonorità insolitamente diverse come il blues, il flamenco, e l’orchestra, ed i risultati sono tutt’altro che disprezzabili. In The Hot Spot, Davis per la prima volta si esibisce in contesti di blues rurale e collabora con il leggendario John Lee Hooker. In Dingo, film sul jazz, oltre lavorare con Michel Legrand per le musiche, recita anche la parte di uno dei protagonisti.

Edizione italiana (Fontana Records, 1957)

Ascenseur pour l’échafaud (Fontana, 1957, 10”)

A1 Générique
A2 L’Assassinat De Carala
A3 Sur L’Autoroute
A4 Julien Dans L’Ascenseur
A5 Florence Sur Les Champs-Élyseés
B1 Dîner Au Motel
B2 Évasion De Julien
B3 Visite Du Vigile
B4 Au Bar Du Petit Bac
B5 Chez Le Photographe Du Motel

La prima edizione in vinile era un 10 pollici e conteneva solo i brani principali. Nel 1988 è uscito un LP che conteneva 16 brani, gli originali più diverse versioni alternative, mentre nel 2008 è uscita una edizione CD, edita per il mercato giapponese, contenente tutte le traccie registrate tra il 4 e il 5 dicembre 1957 (26 brani).

(top image: source Radio-Canada)

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Ray Charles e i Blues Brothers

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Nel film The Blues Brothers (The Blues Brothers, 1980) di John Landis, Jake (John Belushi) e Elwood (Dan Aykroyd) si recano al Ray’s Music shop per comprare, o meglio negoziare, gli strumenti per la band. Qui il grande Ray Charles, per dimostrare loro che il pianoforte non è proprio da buttare, inizia a suonare Shake a Tail Feather. Partecipano alla dimostrazione, oltre ai fratelli Blues, Steve “The Colonel” Cropper, Matt “Guitar” MurphyDonald “Duck” Dunn, Willie “Too Big” Hall, Tom “Bones” Malone, Lou “Blue” Marini e Mr. Fabulous. Il brano è assolutamente fantastico, e tutti l’avrete già visto e ascoltato decine e decine di volte. I ballerini erano tutti non professionisti, alcuni improvvisati al momento.

(top image: 1980 Universal Pictures)

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Eleanor e le altre, Gone in 60 seconds

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Rollercar sessanta secondi e vai! è il titolo italiano del film indipendente, ed oggetto di culto, Gone in 60 Seconds (1974), scritto, diretto e interpretato da H. B. Halicki Continua a leggere

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The Rank Organisation

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La Rank Organisation è stata una società britannica di distribuzione, produzione ed esercizio cinematografico, fondata a Londra nel 1946 dal magnate inglese Joseph Arthur Rank Continua a leggere

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I camei di Alfred Hitchcock

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«Era strettamente funzionale, perché bisognava riempire lo schermo. Più tardi è diventata una superstizione e infine una gag. Comunque oggi è una gag abbastanza ingombrante, e per permettere alla gente di vedere il film con tranquillità, mi preoccupo di farmi notare nei primi cinque minuti», racconta Alfred Hitchcock a Francois Truffaut nel famoso libro intervista del 1967 Il cinema secondo Hitchcock (Le cinéma selon Hitchcock). Nella maggioranza dei film di Hitchcock c’è un cameo del regista stesso, solitamemente nella parte iniziale dei film. Ecco la lista delle 36 apparizioni di Hitchcock nei suoi film (fonte Wikipedia):

Il pensionante (The Lodger: A Story of the London Fog, UK, 1927): il regista appare due volte, nella prima è seduto di spalle nella redazione di un giornale, nella seconda è tra la folla che assiste ad un arresto della polizia
Ricatto (Blackmail, UK, 1929): cerca di leggere un giornale nella metropolitana, mentre un bambino lo infastidisce giocando con il suo cappello

Ricatto (1929 British International Pictures)

Omicidio! (Murder!, UK, 1930): è a fianco di una donna, per strada, mentre il protagonista sta uscendo in strada da un edificio.
Il club dei trentanove (The 39 Steps, UK, 1935): per la strada, mentre i protagonisti usciti dal teatro cercano di salire su un autobus, getta via la carta di una caramella
Giovane e innocente (Young and Innocent, UK, 1937): è un fotografo che tenta di scattare istantanee in mezzo alla folla all’esterno di un tribunale

Giovane e innocente (1937 Gaumont British Pictures)

La signora scompare (The Lady Vanishes, UK, 1938): passeggia su un marciapiede della Victoria Station di Londra, fumando una sigaretta
Rebecca, la prima moglie (Rebecca, USA, 1940): passa alle spalle di George Sanders, accanto ad una cabina telefonica
Il prigioniero di Amsterdam (Foreign Correspondent, USA, 1940): legge un giornale in strada mentre Joel McCrea lascia l’albergo

Il prigioniero di Amsterdam (1940 Walter Wanger Productions)

Il signore e la signora Smith (Mr. & Mrs Smith, USA, 1941): passa su un marciapiede accanto a Robert Montgomery
Il sospetto (Suspicion, USA, 1942): attraversa la strada mentre l’auto con Joan Fontaine riparte
Sabotatori (Saboteur, USA, 1942): appare due volte: la prima è vestito da cowboy e consegna una lettera; la seconda è il cliente di un’edicola
L’ombra del dubbio (Shadow of a Doubt, USA, 1943): gioca a bridge in treno, ha in mano 13 carte di picche.
Prigionieri dell’oceano (Lifeboat, USA, 1943): è raffigurato su un giornale che pubblicizza gli effetti di una cura dimagrante
Io ti salverò (Spellbound, USA, 1945): esce da un ascensore nella hall di un albergo
Notorius, l’amante perduta (Notorius, USA, 1946): è tra gli invitati della festa nella villa di Sebastian e beve una coppa di champagne

Notorius (1946 RKO Radio Pictures)

Il caso Paradine (The Paradine Case, USA, 1947): esce dalla stazione assieme a Gregory Peck, imbracciando una custodia di violoncello
Nodo alla gola (Rope, USA, 1948): nella prima inquadratura attraversa una strada con una donna
Il peccato di Lady Considine (Under Capricorn, USA, 1949): appare due volte: la prima è al ricevimento del governatore, la seconda è fermo a discutere sulle scale di un palazzo mentre il protagonista entra in casa
Paura in palcoscenico (Stage Fright, USA, 1950): si volta a guardare Eve che parla da sola per strada
L’altro uomo (Strangers on a Train, USA, 1951): cerca di salire sul treno con la custodia di un contrabbasso, incrociando Farley Granger

Hitchcok e Farley Granger (1951 Warner Bros)

Io confesso (I confess, USA, 1953): passeggia sulla sommità di una scalinata
Il delitto perfetto (Dial M for Murder, USA, 1954): è immortalato su una fotografia di vecchi compagni di scuola mostrata da Ray Milland
La finestra sul cortile (Rear Window, USA, 1954): mette a punto un orologio a pendolo in casa di un musicista
Caccia al ladro (To Catcha Thief, USA, 1955): è seduto in fondo ad un autobus di fianco a Cary Grant
La congiura degli innocenti (The Trouble with Harry, USA, 1956): attraversa la strada, dietro l’auto di un collezionista di quadri
L’uomo che sapeva troppo (The ManWho Knew Too Much, USA, 1956): assiste, di spalle, ad uno spettacolo di saltimbanchi arabi sulla piazza di Marrakesch
Il ladro (The Wrong Man, USA, 1956): proietta l’ombra di sé stesso prima dei titoli di testa
La donna che visse due volte (Verigo, USA, 1959): passeggia tenendo in mano la custodia di una tromba nei pressi del cantiere navale di proprietà dell’amico di James Stewart
– Intrigo internazionale (North by Northwest, USA, 1959): tenta di salire su un autobus, ma le porte gli si richiudono in faccia
– Psyco (Psycho, USA, 1960): sosta davanti all’agenzia dove lavora Marion, con in testa un cappello da texano
Gli uccelli (The Birds, USA, 1963): esce dal negozio di uccelli portando al guinzaglio due fox-terrier bianchi
Marnie (Marnie, USA, 1964): esce da una camera di albergo guardando Tippi Hedren che transita nel corridoio
Il sipario strappato (Torn Curtain, USA, 1966): nella hall di un albergo, ha in braccio un bimbo che gli “bagna” i pantaloni
Topaz (Topaz, USA, 1969): è seduto su una carrozzella per invalidi in un aeroporto, poi si alza per salutare un conoscente e cammina
Frenzy (Frenzy, UK, 1972): è tra la folla ad ascoltare un oratore sulle rive del Tamigi

Hitchcock tra la folla (1972 Universal Pictures)

Complotto di famiglia (Family Plot, USA, 1976): mostra la sua silhouette nera dietro i vetri dell’ufficio di statistica anagrafica

Stando al giornale inglese The Telegraph, in Intrigo Internazionale (North by Northwest)c’è forse un’altra scena in cui Alfred Hitchcock appare fugacemente: un controllore chiede il biglietto ad una signora, seduta in un vagone passeggeri. La donna indossa un abito blu con un cappello nero e ha le gambe accavallate. Il volto della signora ricorda molto quello del regista, ma non tutti sono concordi. L’immagine non è delle migliori, ma effettivamente un pò di somiglianza c’è.

Intrigo internazionale, cameo o no? (Warner Bros)

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I film sulla fine del mondo

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Nel 2012 si è scampati a una delle tante fine del mondo proclamate nel corso della storia, mentre il cinema da sempre ci racconta di tale evenienza Continua a leggere

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